I CONTROLLI SUI LAVORATORI


Le persone che lavorano come dipendenti si chiedono in molte occasioni se la loro attività può essere oggetto di controllo e vigilanza da parte del datore di lavoro, in caso affermativo con quali limiti e oltre quali condotte del datore di lavoro si verifica invece una violazione della loro privacy.

Il datore di lavoro può, indubbiamente, controllare l’attività lavorativa del dipendente perché tale potere nasce dalla necessità di verificare, innanzitutto, che le mansioni attribuite e i compiti assegnati vengano effettivamente eseguiti e anche per tutelare l’azienda e i suoi beni da eventuali furti o altre condotte del lavoratore che potrebbero danneggiarla.

Ovviamente, come tutti i poteri riconosciuti al datore di lavoro, anche quello in discussione non è di certo illimitato e, al fine di comprenderne i limiti, procedo a riportare alcuni chiarimenti utili.

Il datore può esercitare il controllo o direttamente mediante la propria organizzazione oppure facendo uso di personale addetto alla vigilanza, in questo caso deve comunicare ai dipendenti i nominativi e le mansioni.

Le guardie giurate possono essere impiegate esclusivamente per compiti inerenti la tutela del patrimonio aziendale e non per controllare l’attività lavorativa dei dipendenti.

E’ vietato il controllo a distanza dell’attività dei lavoratori attraverso l’uso di impianti audiovisivi o altri apparecchi di controllo, salvo i casi giustificati da esigenze organizzative, produttive o di sicurezza; in questi casi sarà comunque necessario uno specifico accordo sindacale. Sono vietati quindi tutti gli apparecchi di controllo (ad esempio, videocamere) installati ad insaputa del lavoratore.

Le perquisizioni personali a carico del lavoratore sono vietate, fatti salvi i casi indispensabili di tutela dei beni aziendali, in ogni caso sempre all’uscita del luogo di lavoro, salvaguardando la dignità e la riservatezza del lavoratore e concordando le procedure con le rappresentanze sindacali.

Infine, per quanto concerne i controlli sanitari, la legge espressamente vieta al datore di lavoro di accertare direttamente o mediante medico di propria fiducia, sia l’idoneità al lavoro dei propri dipendenti che le condizioni di salute dei lavoratori in caso di malattia o infortunio.